Campiscuola

1 anno fa: campo ACG 3^ fascia

By 15 Luglio 2014 Febbraio 5th, 2020 No Comments

“Anche per quest’anno è passata… la settimana è conclusa, e siamo tutti sopravvissuti!”. Ecco (come sempre) questa era la prima impressione tornando la Domenica pomeriggio a casa stremati. Ma per parlare di un camposcuola non bastano le sensazioni che si provano solo appena rietrati a casa, perché è qualcosa che parte da molto tempo prima.

La preparazione, la fase meno visibile ai più ma fondamentale per la buona riuscita di un campo, è stata molto bella dove la condivisione tra gli educatori di parrocchie diverse ha portato a scegliere un personaggio come filo conduttore del campo, uno moderno e attuale: Giovanni Paolo II (che tra poco sarà canonizzato).

Come temi da trattare si è scelto di seguire quelli che ci venivano suggeriti dal settore ACR per quest’anno, a partire dal Lunedì, l’incoerenza della scelta di Dio, che guarda il cuore e non l’aspetto, come fu la scelta di Papa Wojtila così giovane, straniero… così i ragazzi sono chiamati ad accettare la scelta che Dio fa con loro, che li ha condotti a partecipare al camposcuola, e magari rivelandosi diversi da quelli che gli stessi educatori si aspettavano.

Martedì il coraggio di accettare la vocazione che Dio ti propone e non scoraggiarti, di non vergognarti: Giovanni Paolo II ha avuto molte difficoltà, ed è stato attaccato da tutti, ma non ha mollato, e le sue parole che risuonano “Non abbiate paura…”, così per i ragazzi l’invito a togliersi la maschera, essere autentici senza vergognarsi di ciò che sono: siamo rimasti colpiti dal desiderio dei ragazzi di parlare e condividere nei piccoli gruppetti delle attività, e anche dal loro coraggio di mettere in comune le proprie paure, quella di sentirsi soli, abbandonati, diversi… e la sera abbiamo concluso con una bellissima adorazione Eucaristica (alla quale penso molti dei ragazzi ci si avvicinavano per la prima volta).

Il Mercoledì abbiamo visto il rapporto di loro giovani con la Chiesa, sulle parole che Giovanni Paolo II pronunciò alla GMG 1990 “Io sono la vera vite e voi i tralci…”, e sullo stile che Papa Wojtila ci ha dato tramite le Giornate Mondiali della Gioventù: quanto per la Chiesa sono importanti i giovani, come ora lo è stato per la massa innumerevole a Rio de Janeiro, così anche loro che stanno crescendo iniziano a capire cos’è la Chiesa, è stato molto bello vivere l’Eucarestia in mezzo a un vigneto.

Nella passeggiata di Giovedì, che poi si è rivelata all’insegna dell’avventura (forse a causa mia e della mia scarsa conoscenza dei luoghi), abbiamo sottolineato lo spirito di Giovanni Paolo II nel compiere molti viaggi e cercare sempre di immedesimarsi con le culture del posto, e così sia anche la nostra vita di cristiani, nel saperci anche accontentare e riconoscere i doni che abbiamo, invece di lamentarci sempre.

Nel Venerdì, giorno di penitenza e deserto, abbiamo sottolineato il perdono, tramite l’episodio dell’attentato a Giovanni Paolo II e il suo desiderio imminente di perdonare l’attentatore: come ci ha ripetuto anche Papa Francesco durante la GMG, siamo sempre noi a stancarci di chiedere perdono, perché invece Dio non si stanca mai di perdonarci! Molti dei ragazzi hanno vissuto bene questo tempo di deserto, e inoltre da sottolineare come tutti hanno colto l’occasione per una seria confessione, se pur non “obbligatoria”.

Infine al Sabato, giornata sulla perseveranza e testimonianza, analizzando attraverso della foto i momenti più importanti della vita di Giovanni Paolo II, i ragazzi hanno posto il loro mattone per costruire la nostra “casa sulla roccia”, con lo stile di verifica, tutti insieme: un bel momento anch’esso, in raccoglimento nella chiesetta di Matelica, che sembrava fatta su misura per noi… e la nostra casa al centro.

Come ogni campo c’è da anche da sottolineare alcuni aspetti che non ci hanno soddisfatti e che non ci rendono così orgogliosi dei nostri ragazzi. Perché nonostante i temi affrontati, che sono risultati azzeccatissimi direi, e che sono risultati un’ottima forma di dialogo e condivisione durante le attività del mattino, sono comunque emersi alcuni comportamenti, durante alcuni momenti di preghiera o nei momenti liberi, che ci hanno deluso: un rapporto irrispettoso verso le cose, gli adulti e qualche volta anche verso i loro stessi compagni… lo stare in gruppo ha dato motivo di sentirsi liberi di assumere atteggiamenti e prendere iniziative non accettabili. La cosa non ci ha lasciati per niente indifferenti, anche perché, al di la del camposcuola dove sono seguiti e controllati, sono cose che riscontriamo anche nella loro vita di tutti i giorni quando sono in gruppo dove spesso si comportano senza tener conto delle conseguenze delle proprie azioni.

Naturalmente tutto questo verrà portato in evidenza nella fase di verifica che segue ogni campo per trovare delle soluzioni, anche con il coinvolgimento dei genitori, da noi sempre tenuti informatici, ma che purtroppo spesso sono ignari dei comportamenti tenuti dai ragazzi.

In conclusione però il campo è andato bene, la nostra speranza (e lo faccio io in particolare come agricoltore) è che il seme prima o poi nasca, anche se non subito, bisogna aspettare la pioggia; ogni esperienza produrrà il suo frutto, prima o poi, bisogna avere pazienza e non scoraggiarsi mai, andare contro corrente, come ci ricordava alla veglia di Rio il nostro caro Papa Francesco.

Scritto da Giorgio Saraceni