L'AC nella nostra Diocesi

Auguri di Pasqua 2021

By 1 Aprile 2021 No Comments

 

Ai Presidenti Parrocchiali
Ai Consigli Parrocchiali di A.C.
A tutti i soci di A.C.
S. Ecc. Mons. Angelo Spina
Arcivescovo Metropolita di Ancona- Osimo

 

Ciao a tutti, come per il trascorso Natale, parto da alcune riflessioni che voglio condividere con tutta
l’associazione, per farvi arrivare gli auguri di Buona Pasqua 2021.

Impariamo a fare silenzio (“Fratelli Tutti” paragrafo 49)

Venendo meno il silenzio e l’ascolto, e trasformando tutto in battute e messaggi rapidi e impazienti, si mette in pericolo la struttura basilare di una saggia comunicazione umana. Si crea un nuovo stile di vita in cui si costruisce
ciò che si vuole avere davanti, escludendo tutto quello che non si può controllare o conoscere superficialmente e istantaneamente. Tale dinamica, per sua logica intrinseca, impedisce la riflessione serena che potrebbe condurci a una saggezza comune.
Fare silenzio di fronte al cielo, ad una pianta, una pietra, una nuvola, diventa una forma di celebrazione dell’esserci. In realtà questa dovrebbe essere anche la finalità del rito: non riempire le chiese e organizzare processioni, quello è ritualismo; ma trasformare l’anima del singolo, la coscienza, l’interiorità, che entra in comunione con il divino, coscienti che il Risorto non si trova solo nei templi, nei riti, nelle liturgie, ma ovunque gli uomini vivono, praticano e proclamano la sua buona notizia.

 

Al servizio degli ultimi (“Fratelli Tutti” paragrafo 115)

In questi momenti, nei quali tutto sembra dissolversi e perdere consistenza, ci fa bene appellarci alla solidità che deriva dal saperci responsabili della fragilità degli altri cercando un destino comune. La solidarietà si esprime concretamente nel servizio, che può assumere forme molto diverse nel modo di farsi carico degli altri. Il servizio è «in gran parte, avere cura della fragilità. Servire significa avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo». In questo impegno ognuno è capace di «mettere da parte le sue esigenze, aspettative, i suoi desideri di onnipotenza davanti allo sguardo concreto dei più fragili. […] Il servizio guarda sempre il volto del fratello, tocca la sua carne, sente la sua prossimità fino in alcuni casi a “soffrirla”, e cerca la promozione del fratello. Per tale ragione il servizio non è mai ideologico, dal momento che non serve idee, ma persone».
Inutilmente Gesù nella sua vita terrena aveva parlato ai suoi discepoli del regno di Dio, perché questi capivano regno di Israele. Gesù parlava di servizio e i discepoli pensavano al potere, il Maestro insegnava a mettersi a livello degli ultimi e i discepoli litigavano tra loro per assicurarsi il posto più importante, il Signore li invitava a scendere e essi pensavano solo a salire.

Con occhi attenti e orecchie in ascolto (“Fratelli Tutti” paragrafo 31)
In questo mondo che corre senza una rotta comune, si respira un’atmosfera in cui «la distanza fra l’ossessione per il proprio benessere e la felicità dell’umanità condivisa sembra allargarsi: sino a far pensare che fra il singolo e la comunità umana sia ormai in corso un vero e proprio scisma.
[…] Perché una cosa è sentirsi costretti a vivere insieme, altra cosa è apprezzare la ricchezza e la bellezza dei semi di vita comune che devono essere cercati e coltivati insieme». La tecnologia fa progressi continui, ma «come sarebbe bello se alla crescita delle innovazioni scientifiche e tecnologiche corrispondesse anche una sempre maggiore equità e inclusione sociale! Come sarebbe bello se, mentre scopriamo nuovi pianeti lontani, riscoprissimo i bisogni del fratello e della sorella che mi orbitano attorno!».
La nostra civiltà è malata, è in corso una via crucis del pianeta davanti ai nostri occhi distratti…
Ai nostri giorni un terzo del cibo prodotto viene buttato via, sono 1,3 miliardi di tonnellate di cibo su scala annuale che finiscono tra i rifiuti, con l’uso scriteriato di acqua, energia e vita animale e vegetale che tutto questo comporta. E ciò a fronte del fatto che ogni giorno muoiono per fame 24.000 esseri umani, 8 milioni e mezzo all’anno…

Ci attenderà un futuro in cui saranno da ricostruire questi 3 aspetti: la spiritualità, il servizio, la comunità.
Mi piacerebbe che l’Azione Cattolica sia in prima fila, pronta a saper cogliere queste sfide.
Non aspettiamo chissà quale tempo o quale momento. Il tempo è questo, il momento è adesso. Teniamo gli occhi ben
aperti nelle famiglie dei nostri bimbi ACR per vedere eventuali elementi di difficoltà, problemi economici, di salute,
magari qualcuno ha bisogno di un aiuto temporaneo, qualche difficoltà con la scuola.
Teniamo gli occhi ben aperti nel mondo giovanile, il più colpito dal punto di vista psicologico e relazionale. Diamo
una parola di speranza, facciamo sentire che l’AC c’è e che ci tiene alla loro piena felicità.
Teniamo gli occhi ben aperti nel mondo adulto. Gli adulti dovrebbero essere più capaci, per esperienza, di attenzioni.
Non limitiamoci solo al nostro orticello ma apriamo gli orizzonti famigliari condividendo tempo, energie, gioie e se
dovesse essere necessario anche qualcosa di più concreto.

Usciamo dal “si è sempre fatto così”. La pandemia ce lo sta insegnando. Forse il “si è sempre fatto così” non era poi
così bello e buono come ci poteva sembrare.
Insomma facciamo in modo che Gesù non sia risorto invano. Facciamo in modo di essere noi la risurrezione di chi è in difficoltà!

Buona Pasqua

 

Per il Consiglio Diocesano

Giuseppe Rizzi

(Presidente Diocesano)